La recente riforma di DOP e IGP, approvata dal Parlamento Europeo, introduce diverse novità mirate a rafforzare la protezione dei prodotti certificati e a migliorare la trasparenza e la fiducia dei consumatori. Tra le principali innovazioni, spiccano le nuove norme sull'etichettatura, che richiedono informazioni più dettagliate e chiare sull'origine e sulle caratteristiche dei prodotti. Gli etichettatori devono ora indicare con maggiore precisione la denominazione del prodotto, l'area geografica di provenienza e l'eventuale presenza di ingredienti certificati DOP o IGP. Questo permette non solo di garantire una maggiore trasparenza, ma anche di valorizzare ulteriormente i prodotti sui mercati internazionali, differenziandoli dai falsi.
La Riforma delle DOP e IGP: verso una maggiore tutela dei prodotti tipici italiani
Il sistema delle indicazioni territoriali (ovvero le DOP, Denominazioni di Origine Protetta e le IGP, Indicazioni Geografiche Protette) rappresenta un pilastro fondamentale per la valorizzazione e la protezione dei prodotti agroalimentari di alta qualità. L'Italia vanta il maggior numero di prodotti DOP e IGP in Europa, con oltre 800 prodotti certificati tra vino e agroalimentare e un giro d'affari complessivo che supera i 20 miliardi di euro all'anno.
Quali sono le novità della recente riforma DOP e IGP?
Come cambia l'uso delle denominazioni DOP e IGP negli ingredienti?
Un'altra importante modifica riguarda l'uso delle denominazioni DOP e IGP negli ingredienti di altri prodotti. Secondo la nuova normativa, per poter utilizzare queste denominazioni in etichetta, l'ingrediente certificato deve costituire una parte significativa del prodotto finale, e la percentuale di utilizzo deve essere chiaramente indicata. Questa misura è stata introdotta per evitare l'uso improprio delle denominazioni e per garantire che i consumatori siano correttamente informati sull'origine e la qualità degli ingredienti.
Come si rafforza il ruolo dei consorzi di tutela con la riforma?
I consorzi di tutela, che svolgono un ruolo cruciale nella gestione e nella promozione dei prodotti DOP e IGP, vedono rafforzata la loro posizione. La riforma attribuisce loro maggiori responsabilità nel controllo e nella promozione dei prodotti, e introduce misure per migliorarne governance e trasparenza: l'obiettivo è garantire che i consorzi operino nell'interesse collettivo dei produttori e dei consumatori, e prevenire possibili conflitti di interesse.
Quali altre misure introduce la riforma per semplificare e proteggere?
Tra le altre novità introdotte, ci sono la semplificazione delle procedure per l'ottenimento del riconoscimento DOP o IGP (che dovrebbe portare a ridurre i tempi di registrazione da una media attuale di cinque anni a tre), l'introduzione di misure più rigorose contro le frodi alimentari sulle piattaforme digitali e l'estensione della protezione delle indicazioni geografiche anche ai prodotti non agricoli. Quest'ultimo cambiamento è particolarmente rilevante per l'Italia, uno dei paesi europei con la più forte tradizione all'artigianato e alla produzione territoriale specializzata (la ceramica di Faenza o il vetro di Murano, tanto per fare un esempio, sono brand conosciuti in tutto il mondo).
Come impatta la riforma sulle aziende e i consumatori?
L'adozione di queste misure è vista come un passo essenziale per consolidare la fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti a indicazione geografica e per garantire che questi prodotti possano competere in maniera equa e trasparente sul mercato. Per le aziende, specialmente le piccole e medie imprese, l'adeguamento a queste nuove norme rappresenta una sfida ma anche un'opportunità per dimostrare la propria autenticità e qualità. In un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità e l'attenzione all'origine dei prodotti, la conformità a queste norme può diventare un vantaggio competitivo significativo.
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